L'ascolto attivo dei bravi pediatri

"Uno studio americano sulla complicata 'relazione a tre' sottolinea che l'abilità di mettersi nei panni di mamme e papà condiziona molto gli esiti delle indicazioni"

Ecco un interessante articolo di Elena Meli apparso sul Corriere della Sera/Salute domenica 15 Novembre 2015 che riporta i risultati dello studio statunitense condotto dal Mott’s Children Hospital di Ann Arbor sulla relazione che si viene ad instaurare tra il pediatra, il bambino e i suoi genitori.

Dai dati è emerso che in questo tipo di rapporti è importantissimo l’utilizzo delle parole da parte del medico nonché il suo ascolto attivo sia dei genitori sia del bambino. Il linguaggio non verbale del pediatra infatti – gestualità, prossemica, prosodia – unito ai dati tecnici veicolati dal linguaggio verbale, che spesso risultano difficili e misteriosi,  influenza fortemente la comprensione dei genitori e di conseguenza le loro future decisioni.

È fondamentale anche rivolgersi direttamente al bambino, renderlo partecipe ed usare un linguaggio chiaro e comprensibile anche per lui, altrimenti egli potrebbe vivere la propria malattia come una colpa.

Il 20 novembre 2015 dalle 9.30 alle 12.30 si terrà presso l’Università di Milano, la tavola rotonda “Esplorare l’universo relazionale bambino/genitore/medico”, durante la quale interverranno il dott. Paolo Nucci – pediatra oculista -, il filosofo Stefano Zecchi, l’esperto in comunicazione medico/paziente Egidio Moja, e lo psichiatra e psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet.

Potete scaricare di seguito l’articolo completo del Corriere della Sera in formato Pdf 

La Norma Tecnica UNI spiegata dal Presidente di Federcounseling

Pubblichiamo l'articolo di Tommaso Valleri di Setriano - Presidente di Federcounseling - apparso su Federcounseling.it, che chiarisce cosa sia La Norma Tecnica UNI e informa sullo stato e sull'evoluzione di tale progetto di regolamentazione della professione Counselor.

 

In merito alla stesura della norma tecnica UNI sul counseling abbiamo ritenuto opportuno fare alcune precisazioni su ciò che è avvenuto nel corso di questo anno e mezzo, anche alla luce dell’articolo pubblicato su AltraPsicologia a firma Paolo Campanini il 1 febbraio 2015 (cfr. Il counseling sospeso tra psicologia e autonomia), che a nostro avviso contiene informazioni che necessitano di alcune precisazioni.

L’Ente Nazionale di Unificazione (UNI) è, come si può leggere dal sito web ufficiale: 

«[…] un’associazione privata senza fini di lucro, fondata nel 1921 e riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora approva e pubblica le norme tecniche volontarie, le cosiddette “norme UNI” […] Scopo dell’Ente è contribuire al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del Sistema Italia, fornendo gli strumenti di supporto all’innovazione tecnologica, alla competitività […] alla protezione dei consumatori, alla tutela dell’ambiente, alla qualità dei prodotti e dei processi […] Le norme tecniche hanno anche un ruolo sociale […]» 

Si tratta quindi di norme private che non possono, come erroneamente si legge nell’articolo targato AltraPsicologia, “far riconoscere l’attività di counseling”, così come nessun altro tipo di professione.

La norma tecnica non è una legge, UNI non è un organo legislativo né, tanto meno, un organo “che gestisce” le norme. Una norma non è gestita, è applicata e il rispetto della stessa è garantito da altri organismi previsti dalla legge. 

La Legge 4 del 14 gennaio 2013 non “promuove la certificazione UNI”, come si legge nell’articolo de quo, ma come recita l’art. 9 del testo di legge: 

«Le associazioni professionali di cui all’art. 2 e le forme aggregative di cui all’art. 3 collaborano all’elaborazione della normativa tecnica UNI relativa alle singole attività professionali attraverso la partecipazione ai lavori degli specifici organi tecnici o inviando all’ente di normazione i propri contributi nella fase dell’inchiesta pubblica, al fine di garantire la massima consensualità, democraticità e trasparenza.» 

Ovvero la Legge prevede la facoltà, per le associazioni di categoria, di richiedere la stesura di una norma tecnica, aprendo un tavolo di lavoro a cui devono essere presenti una molteplicità di rappresentanze.

Infatti ai sensi della legge 4/2013 viene disciplinato, oltre il sistema delle attestazioni (queste ultime rilasciate dalle associazioni professionali), anche il sistema delle certificazioni. 

Quindi non si è trattato, come si legge nell’articolo sopra citato, della ricerca di una legittimazione (che, come abbiamo spiegato, non potrebbe essere data attraverso questo iter), né della ricerca di un’autonomia professionale, in quanto presupposto della stessa norma UNI è che la professione sia già esistente e autonoma. 

La redazione della norma UNI sul counseling ha visto, per oltre un anno, lavorare alla sua stesura le principali associazioni di categoria di counseling, l’Ordine nazionale degli psicologi e alcuni rappresentanti degli Ordini regionali, il CoLAP e altri stakeholder.

Ogni tentativo di dialogo tra i rappresentanti del mondo counseling e della psicologia professionale è fallito: perché il dialogo esista, infatti, occorre una comune volontà… 

In data 22 dicembre 2014, al termine della stesura della norma (approvata peraltro a maggioranza), l’Ordine nazionale degli psicologi presentava alcune osservazioni critiche al Ministero della Salute a seguito delle quali il Ministero chiedeva a UNI la momentanea sospensione dell’iter di approvazione per poter svolgere i necessari approfondimenti.

A fronte di tale richiesta UNI sospendeva il tavolo di lavoro – non avendo peraltro competenza per esprimersi sulle osservazioni mosse – in attesa di una risposta da parte del Ministero.

Non si tratta quindi di un intervento autonomo del Ministero della Salute, come sembra lasciar intendere l’articolo, ma di una legittima posizione del Ministero che, a fronte delle osservazioni mosse dal CNOP, ha ritenuto necessario svolgere i dovuti approfondimenti. 

Auspichiamo quindi, per il futuro, un’informazione corretta e puntuale da parte di tutti gli interessati alla stesura della norma, presupposti indispensabili per un dialogo costruttivo.

Altrimenti qualcuno potrebbe pensare che la presenza dei rappresentanti dell’Ordine degli psicologi al tavolo UNI non sia finalizzata ad un contributo costruttivo, ma al boicottaggio della norma stessa.

 

 

FROM: http://www.federcounseling.it/norma-tecnica-uni-a-che-punto-siamo/