La supervisione per aprire la strada al cambiamento
(di S. Masci)
“Ha cinquant’anni, fa ancora la piscia al letto, ma adesso sa perché”.
Con questa frase Paul Watzlavick stigmatizza un certo tipo di approccio psicoterapeutico. Il senso della provocazione è che non basta essere consapevoli – conoscere, consapevolizzare – per modificare un comportamento disfunzionale sostituendolo con uno più sano. Io credo che la conoscenza di sé e dei propri comportamenti, sia la base per poter affrontare i disagi con gli strumenti giusti e che rappresenti il punto di partenza senza il quale non è possibile iniziare la gara.
Iniziare, non portare a termine.
Se sono consapevole di ciò che mi accade – e anche perfino del perché mi accade – posso agire i comportamenti più opportuni. Ad esempio potrei mettere una cerata sul materasso o cambiare più frequentemente le lenzuola (potrebbe suggerire Watszlavick). E sono profondamente certo che, per rimuovere la risposta disfunzionale allo stimolo, occorra qualcosa in più che non la semplice conoscenza del problema.
Cambiare per conoscere e non conoscere per cambiare. Altra celebre espressione della scuola di Palo Alto. Conoscere e consapevolizzare ciò che ci accade è il primo passo per impedire che ci riaccada nuovamente.
La supervisione, e soprattutto la supervisione nel counseling, può aiutare a rimuovere ciò che si oppone al cambiamento. Aiuta a riconoscere i propri modi di agire e a descriverli agli altri; obbliga il professionista a chiedersi come mai ha avuto una risonanza a fronte di un racconto del cliente e a riconoscere le emozioni che ha provato nel setting.
Il supervisore è l’ostetrica, di socratica memoria, che utilizza tutti gli strumenti a sua disposizione per aiutare il supervisionato a tirar fuori ciò che ha dentro e che non vuole uscire. Opera nella supervisione a livello didattico e formativo. Ha come unico obiettivo quello di stimolare il cambiamento, senza bisogno di ricorrere a una sequenzialità specifica: il cambiamento può avvenire prima o dopo l’avvio del processo cognitivo.
Tratto da "La supervisione nel counseling", S. Masci, FrancoAngeli, 2013
Stefano Masci, Direttore Cipa